Festa, Farina e Forca

Lo spettacolo prende il via da quello che fu il simbolo della dominazione borbonica: “FFF” (Festa per imbonire, Farina per nutrire, Forca per dissuadere ogni tentativo di ribellione).

“…In” feste” Toni Cosenza propone rituali pagani e canti religiosi, tra cui una splendida lauda procidana di anonimo del ‘500, e un canto cumulativo raccolto a Ischia; in “ forca” esegue canti della malavita e canzoni di rivolta e di satira politica del tempo; in” farina” porta in scena la tipica  figura del posteggiatore cantastorie che, con un pizzico di sana ironia, denuncia le malefatte della società”. (Alberto Bertini)

“…Per il suo spettacolo Toni Cosenza ha condotto un’approfondita ricerca, sia musicale che storica, che gli ha consentito di capire e far capire, con l’aiuto di un suo testo, l’antefatto politico da cui scaturirono moduli e modelli di cultura popolare nell’area del Napoletano; gli stessi che portarono all’Unità d’Italia”. (Mario Colangeli).

“…L’artista, in altre occasioni ‘Pazzariello’ o ‘Pulcinella’ si è presentato ieri sera, al Folkstudio, nell’ambito dell’annuale Rassegna di Musica Popolare Italiana, in veste di cantore di una Napoli colta, raffinata e genuina. Toni Cosenza ha così proposto brani che cercavano di individuare la vera espressione di vita culturale del popolo, rifiutando compromessi contaminanti oggi fin troppo in uso. Nel repertorio c’erano villanelle, arie dall’Opera Buffa, una bella variante di ‘Jesce sole’  del XIII secolo e una tammurriata dai chiari contenuti popolareschi… Ed erano ritornelli ‘recuperati’ dei secoli passati (tipo quello delle lavandaie del Vomero) o canzoni classiche come <Lo guarracino ca jeva pe’ mare>, il tutto espresso in un sincero afflato popolaresco. E questo, a nostro avviso, ha trovato la sua perfetta esemplificazione in alcune sanguigne ‘tammurriate’, confermando quanto di Toni è stato scritto: ‘forse l’espressione più completa del canto popolaresco monodico napoletano attuale’. Il che  è vero: basta sentirlo”. (Isio Saba)  

“…Vecchio amico del pubblico tarantino, Tony Cosenza è tra i più rigorosi interpreti del folk napoletano. Non per niente nel popolatissimo arcipelago Napoli la sua è una delle posizioni meno attaccabili, anzi, è la più prestigiosa. Lontano dall’ondeggiare dei gusti e del mercato Cosenza continua ad indagare con il metodo del musicologo nella ricerca di un repertorio sterminato, e a proporlo con il rigore e l’estro dell’artista. Così è con ‘Festa, Farina e Forca’, forse la più organica delle sue cose - almeno fra quelle ascoltate da queste parti - presentata ieri sera nel salone di rappresentanza della Provincia di Taranto, concerto inserito nel capitolo musica di ‘Sudspettacolo’, cartellone estivo della Provincia, e che sarà decentrato questa sera nella piazzetta di Leporano e domani a Castellaneta”.  (Antonio Bini)

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